spazio bianco spazio bianco

La Venaria Reale

La Reggia Venaria vista dal Giardino delle Sculture Fluide di Peone.








Dopo otto anni di restauri e interventi strutturali, lo scorso ottobre ha riaperto al pubblico la Reggia di Venaria, la residenza «di piacere e di caccia» fatta costruire dai Savoia durante la seconda metà del Seicento, a pochi chilometri da Torino.
I palazzi reali, veri gioielli del Barocco internazionale, si inseriscono in uno splendido paesaggio prealpino, dominato dai profili delle prime montagne e dall’intenso verde dei boschi su cui si distende il complesso architettonico.
L’imponenza della Reggia e dei suoi giardini (480mila metri cubi di costruzioni, 80mila metri quadrati di superficie occupati), unita alla qualità artistica degli interventi d’arredo e decorazione sia negli ambienti interni che all’esterno, fa della tenuta sabauda uno dei complessi extraurbani più belli d’Europa nel suo genere, tanto da essere presa a modello per alcune soluzioni poi adottate nella dimora dei sovrani francesi a Versailles.

La Galleria Grande detta Galleria di Diana

All’interno, mentre fuori proseguono gli ultimi lavori di restauro di palazzine e giardini all’italiana, le collezioni di arazzi, dipinti, sculture e passamanerie raccontano ai visitatori di oggi le usanze e gli svaghi delle comitive dei cortigiani e del loro seguito che si spostavano in campagna con i Savoia. Accanto a tutto questo, la Reggia offre anche una vera e propria «mise en scène» di spaccati di vita secentesca, del cui allestimento è stato incaricato il poliedrico regista e pittore inglese Peter Greenway.


Il giardino all' italiana














Nel seminterrato della dimora sabauda, Greenway ha organizzato la ricostruzione delle cucine della Reggia: decine di comparse, suoni, proiezioni, effetti di luce, aromi di bevande e cibi di ogni tipo (dalla cacciagione alla frutta, il tutto cucinato da veri gourmet reclutati per la rappresentazione) mostrano la magnificenza dei pasti e il funzionamento dell’apparato che doveva mettere a tavola circa 500 coperti al giorno, con l’etichetta che lo regolava.
Nelle zone padronali è invece la volta degli aspetti più privati della vita cortigiana, dai rituali del risveglio e della vestizione (un attore interpreta Carlo Emanuele II di Savoia, il committente di Venaria) nelle stanze dei duchi alle “relazioni pericolose” extraconiugali, ma anche i pettegolezzi e i piccoli segreti di corte. Poi grandi banchetti, giocolieri e danze d’epoca, e ricchi cortei di cavalieri, cacciatori e mute di cani con bardature in perfetto stile secentesco.

Stefano Vannucci

Una bella iniziativa per i visitatori della Venaria più romantici: "Innamorarsi alla Reggia..."

Nessun commento: